1987

1987

8 dicembre 1987
"REDEMPTORIS MATER"
Progetto di Ciro Adrian Ciavolino
Realizzazione di Vincenzo junior Sorrentino


L'interpretazione figurativa della Enciclica di Giovanni Paolo li «Redemptoris Mater» è articolata sull'intera storia della salvezza dell'umanità dal peccato: dalla venuta al mondo del Messia alla sua risurrezione, trionfando sul male e sulla morte. Il centro della costruzione votiva è l'Immacolata che si eleva su una torre con quattro «vele», segno di materna protezione sulla nostra città. Ai lati della torre, come porte alla vita, due momenti plastici illustrano la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre - e quindi il primo annuncio di Maria al mondo - e il momento in cui sul Calvario la Vergine diventa Madre di tutti gli uomini nelle parole del Cristo: «Donna, ecco tuo figlio». Tutta la composizione si erge su un diadema di stelle che segnano la corona con i quindici Misteri del Santo Rosario.

La Celebrazione dell'8 Dicembre 1987
Alcune migliaia di fedeli sono rimasti all'addiaccio per quasi tutta la notte, per poter partecipare alla   celebrazione eucaristica dell'alba, per restare lì, ai piedi dell' Immacolata, accanto al suo Carro trionfale. Tra questi vi sono naturalmente 415 portatori che, con i loro bianchi camicioni sono restati  per molte ore davanti a quel miracoloso simulacro, assorti in preghiera, di tanto in tanto distratti da un pensiero lontano legato alla loro infanzia, al loro vivere quotidiano, alle loro segrete tristezze, a qualcosa di irrimediabilmente perduto.
È dal gennaio di quest' anno che si sono costituiti in gruppo per poterla portare in processione, trasportandola sulle proprie spalle con il Carro, per le vie del centro antico. Nel tempio, con loro, incuranti del freddo, vi sono pure tutti quei devoti che, sin dalla mezzanotte di sabato sono restati davanti ai portali del tempio di S. Croce, muti testimoni della lunga veglia animatasi fin sullo scalone antistante la basilica pontificia rischiarata dai timidi raggi della sonnecchiante luna e nella piazza. Sono operai, fruttivendoli, contadini, marittimi, commercianti, impiegati, professionisti. Gente che, per pura devozione, ogni anno converge qui, nel tempio ricostruito dal popolo torrese e dal  Beato Vincenzo Romano, subito dopo la terribile eruzione del 1794. Bisognava essere lì quando gli zampognari trasfondendo la propria
anima nei propri strumenti a fiato hanno fatto vibrare gli animi.
Tra novena, canti e preghiere le ore sono così volate via. Ma l'8 dicembre si presenta con un cielo cupo,grigio,con la pioggia battente che continua a cadere,quindi si decide di posticipare la processione per la domenica successiva .
Quella domenica 13 dicembre alle ore 10, tra pianti di commozione, implorazioni, applausi, il Carro superando il mastodontico portale, scivolando pericolosamente giù per il ripido scalone nonostante la pioggia , si è finalmente unito alla sua folla osannante, in trepidante attesa.Forse era meglio aspettare domenica 20 dicembre per le migliori condizioni meteo,infatti la processione è dovuta rientrare all'altezza di via Diego Colamarino subito in Chiesa effettuando solo metà del percorso previsto per la pioggia. L'imponente realizzazione votiva che, realizzata da Vincenzo junior Sorrentino, nell'ottica della recente enciclica papale, inneggia a «Maria, Redemptoris Mater», ha in breve tempo "conquistato le strade del centro antico, seguita dal suo lunghissimo corteo, da una fiumana di persone. Gli sguardi della gente sono stati letteralmente calamitati dallo spazio
scenografico ideato dal maestro Ciro Adrian Ciavolino, già autore di altre pregevoli sacre rappresentazioni , al centro del quale il simulacro dell'Immacolata, con il suo volto dolce ma austero troneggia su di una torre (simbolo stesso della città di Torre del Greco) dalla quale si diramano quattro vele che, nell' intento dell'artista, rappresentano la sua materna, divina, protezione sull'intera comunità vesuviana. Tutta la composizione di quest'anno, realizzata dal Sorrentino su una base di robuste travi di abete, si incastona in un diadema di stelle nel cui ambito 15 dipinti, opera dello stesso Ciavolino, raffigurano i 15 Misteri del Santo Rosario.