2017

8 dicembre 2017

"Totus Tuus ego sum ,Maria"
Progetto: Riccardo Lamberti
Realizzazione: Riccardo Lamberti e collaboratori

Sculture: Aniello Gaudino


La solennità dell'Immacolata 2017, ci trovi uniti nel rinnovare nel 156° anniversario, il voto dei torresi alla Madre del Signore.
La storia della nostra città ed il legame con l'Immacolata sono strettamente legate: l'8 dicembre 1861 un'eruzione del Vesuvio minacciò ancora una volta Torre del Greco, i nostri padri ricorsero alla Vergine per scongiurare il pericolo e la lava risparmiò la città che fu colpita solo dal terremoto. Per onorare il voto per la grazia ricevuta, l'anno successivo i carpentieri e gli artisti realizzarono un carro votivo per la processione della venerata immagine per le strade cittadine.
Il conto alla rovescia per la Festa dell'Immacolata è iniziato,ed il segno della ricorrenza cosi' vicina è stato dato  martedi 19 settembre 2017 con l'esposizione nella Basilica di Santa Croce di Torre del Greco,(così come da tradizione nella festa di San Gennaro) del Progetto del Carro trionfale dell'Immacolata 2017 .
L'esposizione è avvenuta 12 settimane prima della festa dell'Immacolata, quando ha inizio il ciclo dei dodici sabati di preghiera per la preparazione alla celebrazione dell’Immacolata dell'8 dicembre.
Il progetto del Carro trionfale dell’Immacolata per il 2017 è stato creato dalle mani dello stesso realizzatore: Riccardo Lamberti ,che dopo la cessazione dell'attivita' da parte di Vincenzo Sorrentino junior nel 1998, ha ereditato la passione e  l'arte del Sorrentino,infatti dal 1998 realizza il carro trionfante dell'Immacolata e svolge il lavoro che per una dinastia e' stato dei Sorrentino.
Riccardo Lamberti,torrese di nascita, aveva già progettato il  carro nel 2007 ,all’epoca dedicato all’anniversario delle apparizioni della Madonna a Lourdes.
Il titolo del 156° Carro trionfale dell’Immacolata è : Totus Tuus ego sum ,Maria (Tutto tuo sono,o Maria).Questa frase,che è diventata il motto del pontificato di papa Giovanni Paolo II,l'ha spiegata lui stesso,nel suo libro intitolato:"Varcando le soglie della speranza". Questa frase,è stata presa dal libro"Trattato della vera devozione alla santa Vergine",di San Luigi De Montfort,e lui stesso  riferì di aver conosciuto questo trattato quando era un giovane seminarista, e che "lo leggeva e rileggeva con grande profitto spirituale". In tale trattato,si legge,nel paragrafo numero 233,testuali parole:"Io sono tutto tuo, e tutto ciò che è mio ti appartiene, mio amabile Gesù, per mezzo di Maria, tua santa Madre".
Nella ricorrenza del 100° anniversario delle apparizioni della Beata Vergine Maria ai tre pastorelli di Fatima , Lucia dos Santos di 10 anni ,e i suoi cugini Giacinta Marto di 7 anni e Francisco Marto di 9 anni, (ndr 1917), non si poteva non riportare alla memoria dei nostri affetti e del nostro cuore questa felice espressione con la quale San Giovanni Paolo II consacrava la sua vita e il suo ministero petrino a Maria.
Quest’anno c’è stato un "ritorno" al barocco, stile del Carro trionfale 2017 (affidato nella progettazione e nell'esecuzione al M° Riccardo Lamberti), e la catechesi che esso stesso descrive, vogliono in fondo esprimere questo bisogno e questa chiamata del popolo di Dio: siamo fatti per il Regno dei Cieli. La personale e comunitaria risposta a questa provocazione - già a partire dalla conversione del cuore - realizza il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, così come da Lei promesso durante l'ultima apparizione a Fatima e plasticamente rappresentato dalla corona (al cui interno la rappresentazione del proiettile ricorda l'attentato al Santo Papa Giovanni Paolo II nel 1981 e la sua guarigione da lui attribuita miracolosamente alla Madre di Dio), posta sulla parte anteriore del carro.
Da questa idea si è giunti alla realizzazione del Carro Trionfale 2017 che, a dir il vero, richiama alla mente nel complesso tutte le sei apparizioni avvenute a Cova d'Iria tra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917: i due olmi (sia al lato destro che sinistro del castelletto), ricordano la modalità dell'apparizione della Beata Vergine Maria, avvenuta ai pastorelli (anch'essi rappresentati sul laterale del castelletto e realizzati dal M° Aniello Gaudino) proprio sopra l'olmo. 
Questi, al termine delle apparizioni, potettero testimoniare che nell'ultima visione (ndr 13 ottobre 1917), insieme alla Beata Vergine Maria era apparso San Giuseppe con Gesù Bambino. Questo evento è richiamato nella parte posteriore del Carro, dove, al di sotto di un ideale baldacchino è esposta a pubblica venerazione l'immagine del Santo carpentiere di Nazareth. Alle sue spalle, la rappresentazione del sole rievoca la sua "danza", allorquando per dare prova concreta della sua apparizione a Fatima, la Beata Vergine Maria chiese e ottenne dal Signore questo fenomeno atmosferico visibile alla folla, nonostante la pioggia battente di quel giorno. 
Sul castelletto, tutto ornato con motivi e decorazioni in stile barocco, l'Immagine della Beata Vergine, Immacolata Concezione, ispira fiducia al popolo cristiano, nell'attesa dell'avvento del Regno di Dio.


8 dicembre 2017 

Quest’anno nulla poteva presagire un finale così inaspettato e mai visto in 156 anni di tradizione per la nostra festa : scontri, assalto alla sagrestia, panico in piazza e due feriti.
Questo il bilancio della processione dell’Immacolata 2017 che mai aveva avuto un tale epilogo.
Doveva essere tra l’altro, l’edizione dell’ordine pubblico e della sicurezza,in cui la città sotto la guida del Commissario prefettizio è stata blindata con tutte le nuove norme vigenti di legge con  strade chiuse, divieti, transenne e misure anti panico.
E invece, proprio per questioni legate alla fede e alla tradizione, in  piazza Santa Croce sembrava il centro di un massiccio allarme attentati.
Fino alle 13:30 tutto era andato per il verso giusto. Anche il tempo, a dispetto delle previsioni è stato clemente e il carro trionfale con la statua dell’Immacolata è regolarmente uscito dalla Basilica di Santa Croce ,anticipando di 10 minuti le ore 10.
Gia’ nell’uscire dal portone centrale il primo intoppo ,una colonna della struttura centrale del carro sbatte contro il portone e si stacca e per evitare il peggio viene provvisoriamente rimossa.(ndr questo è accaduto perché il maestoso carro ha una larghezza di metri 2,80 e il portone una larghezza di metri 3 ,quindi per poter uscire bisogna calibrare la giusta  distanza al centimetro,circa 10 centimetri per lato) .
Appena poggiata l’immensa struttura in piazza S.Croce è stata rimontata la colonna dallo stesso progettista e realizzatore Riccardo Lamberti .
La processione ha così avuto inizio con il solito percorso per via S.Noto,via Roma,via V.Veneto,via I trv.V.Veneto,Corso Avezzana,piazza Martiri d'Africa,via G.Marconi,via Circonvallazione(dove davanti alla caserma dei Carabinieri c’è stato un omaggio all’Immacolata,scandito dalle note dell’inno di Mameli,cantato dai numerosi presenti),per poi svoltare per Corso V.Emanuele (lato Villa Comunale) ,via D.Colamarino,Largo Santissimo.
Sono le 12:15 quando la processione sosta in Piazza Santa Croce,per poi proseguire per via e Rampa Comizi,Largo S.Maria,via Fontana,via Col.Pica,via Mons.F.Romano,via C.Battisti,via Calastro( qui davanti alla sede della Capitaneria di Porto e al distaccamento dei Vigili del Fuoco altro omaggio all’Immacolata da parte dei militari della Marina con tradizionale suono della sirena portuale).
Erano circa le 13:30 quando in via Calastro è comparsa qualche goccia d’acqua e le raffiche di vento si sono fatte più intense : qui il parroco della Basilica,
don Giosuè Lombardo ha comunicato di voler affrettare il rientro volendo deviare la processione per il sottopasso ferroviario di Largo Fontana per poi risalire via Comizi .(ndr secondo il mio parere il carro non poteva mai oltrepassare il ponte ferrovario per motivi di altezza e di struttura della strada).
Quindi in questo caso si evitava di percorrere corso Garibaldi, via Agostinella, via XX Settembre e strade limitrofe:non passare, cioè, in tutta la zona mare, dove è nata la tradizione,una delle zone più popolari della città, quella dei marittimi e dei pescatori;cuore pulsante di una città marittima.
Nel frattempo però mentre sul lato Vesuvio il cielo era pieno di nuvole nere ,sul lato mare il cielo si è schiarito facendo spazio al sole.
L’ordine del parroco intanto ha subito scatenato il caos: commercianti, cittadini e portatori hanno cominciato a urlare contro il parroco ed  in segno di protesta alcuni portatori si sono anche tolto di dosso le loro vesti bianche,il parroco intanto ha provato a spiegare le sue buone ragioni .
Per circa 20 minuti il carro è rimasto fermo tra via Discesa del Fronte e Corso Garibaldi,qui molte sono state le offese rivolte al parroco ,e nel momento in cui è venuto meno il suo ordine di rientrare ed il carro ha proseguito per Corso Garibaldi ,Don Giosuè ha deciso di abbandonare la processione: l’hanno seguito il vice don Nico Panariello,i responsabili dei portatori, gli altri sacerdoti,la banda musicale ,la Congrega della SS.Assunta e  i Gonfaloni di altre associazioni mariane.
Alla processione sono rimasti soltanto due parroci, don Mario Pasqua e don Giuseppe Cesarino, e i portatori,ovviamente con le autorità civili e le forze dell’ordine.
I portatori, ripreso il Carro in spalla hanno proseguito la processione secondo il percorso previsto e tradizionale per Corso Garibaldi, Largo Gabella del Pesce,via Agostinella,via XX Settembre,Piazza Luigi Palomba,Corso Umberto I e via Beato Vincenzo Romano.
Una volta però, arrivati in piazza Santa Croce verso le 14:55 per compiere la manovra per riportare il carro nella Basilica, lungo il ripido sagrato hanno trovato la sorpresa. Niente suono delle campane e dell’organo a festa ,luci della Basilica spente e il parroco, che solitamente è sul sagrato per la benedizione, era chiuso in sagrestia.
Solo dopo che una gran voce si è alzata dalla piazza al grido “campane campane” è stata fatta suonare la campana secondaria del campanile (ndr quella che affaccia su via Salvator Noto).
Il carro è rimasto fermo in piazza per circa 15 minuti prima di  rientrare in Basilica.  
Questo atto finale ha scatenato l’ira di cittadini e portatori, alcuni dei quali una volta riportato il carro trionfale in chiesa, hanno provato ad entrare in  sagrestia. Sono dovuti intervenire poliziotti e carabinieri per evitare l’aggressione. La chiesa è stata poi presidiata.
Nella manovra del rientro sulla scalinata, viste le tensioni, un portatore si è fratturato la caviglia.
In piazza intanto, in pochi minuti si è scatenato il panico. Un altro portatore ha avuto un malore al cuore e insieme all’altro ferito, prima è stato soccorso dalle postazioni mobili sanitari e poi accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale cittadino. La calma è stata ristabilita solo dopo circa un’ora.
Il parroco si è chiuso nel silenzio e la popolazione offesa e divisa.
La domenica successiva 10 dicembre in una Basilica di Santa Croce gremita, don Giosuè Lombardo ha deciso di dire la sua. E di celebrare un «atto di riparazione», come lo ha definito, con una messa, una lunga predica e alla fine la benedizione del carro trionfale e della statua dell’Immacolata.
Ecco il discorso integrale di don Giosuè Lombardo:
«Come il Beato nel 1794 dopo la grande eruzione non lasciò da solo il popolo e la città, così noi non lasceremo la parrocchia né la città. Però ascoltate bene quello che don Nico ed io diciamo. Se non riusciremo ad avere delle risposte dalla Digos, dal Questore e dal Prefetto di Napoli e se non avremo anche risposte scritte dalla Curia arcivescovile di Napoli, sarete voi a dire a noi ‘cari sacerdoti non potete rimanere da soli in mezzo ai dubbi’. Non saremo noi ma voi a tutelare, perché non può ricadere il tutto sulle spalle di due uomini fragili che hanno studiato teologia per annunciare il Vangelo e il Regno di Dio e non sono i responsabili dell’ordine pubblico, miei cari fratelli e sorelle.
Adesso, mantenendo questo clima di silenzio, di raccoglimento e di preghiera, dobbiamo fare l’atto di riparazione all’Immacolata. L’atto di purificazione all’Immacolata, dinanzi a Lei. Perché sapete come si chiamano alcuni atti? Si chiamano Sacrilegio! . Questo è la stessa cosa che è stata fatto l’altro giorno, si chiama sacrilegio. E noi stamattina con gli occhi dei bambini, con le loro voci, facciamo un atto di consacrazione della città all’Immacolata. E con grande gioia stenderemo le mani su di voi per invocare su tutti la benedizione del Signore con l’intercessione dell’Immacolata e del nostro Parroco Santo» .